Anna Flavia d’Amelio Einaudi (IRCCS San Raffaele): gli ospedali universitari sono il motore di una sanità innovativa

Anna Flavia d’Amelio Einaudi (IRCCS San Raffaele): gli ospedali universitari sono il motore di una sanità innovativa

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Simona Regina

Perché ne stiamo parlando
L’Ospedale San Raffaele di Milano ha assunto la presidenza dell’European University Hospital Alliance: network di 10 importanti ospedali universitari europei. Nei 6 mesi di presidenza, le terapie avanzate saranno al centro dell’agenda dell’alleanza.

«Gli ospedali universitari combinano l’eccellenza clinica, la formazione e la ricerca scientifica, in un loop virtuoso, perché dove si fa tanta ricerca si cura meglio e si formano professionisti migliori, con il fine ultimo di poter offrire ai pazienti, con un approccio innovativo e personalizzato, le miglior cure che la conoscenza consente di dare». Così Anna Flavia d’Amelio Einaudi, Direttore della Ricerca dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e Consigliere Delegato dell’Università Vita – Salute San Raffaele (UniSR), sottolinea il ruolo chiave che giocano gli ospedali universitari per portare in clinica il meglio dell’innovazione biomedica e introduce l’importanza dell’European University Hospital Alliance (EUHA), di cui il San Raffaele di Milano ha appena assunto la presidenza.

«La EUHA riunisce 10 prestigiosi ospedali universitari europei con l’obiettivo comune di favorire uno scambio, sia teorico che pratico, di competenze nell’ambito dell’assistenza sanitaria, della ricerca scientifica e in particolare biomedica e dell’istruzione universitaria e post universitaria» spiega d’Amelio Einaudi, che sarà Presidente dell’alleanza per i prossimi 6 mesi.

Fondata nel 2017, ne fanno parte l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, il Vall d’Hebron di Barcellona, il Charité di Berlino, l’UZ Leuven, il King’s Health Partners di Londra, l’Assistance Publique Hôpitaux di Parigi, l’Erasmus University Medical Center di Rotterdam, il Karolinska University Hospital di Stoccolma, il Vienna General Hospital e l’Aarhus University Hospital.

Sono centri di eccellenza, spiega d’Amelio Einaudi, che svolgono un ruolo cruciale per affrontare le sfide della salute e le criticità che riguardano la sanità nello scenario europeo. E l’EUHA, facilitando la condivisione di conoscenze e la collaborazione, crea una piattaforma condivisa che può influenzare i decisori politici. Ecco perché questa alleanza può essere considerato un acceleratore della politica sanitaria.

Quali sono gli obiettivi principali dell’EUHA?

«EUHIA vuole contribuire a sviluppare un ecosistema sanitario sostenibile, garantendo la massima qualità possibile delle cure e ottimizzando le risorse disponibili, attraverso la collaborazione tra i suoi membri e valorizzando il modello degli ospedali universitari, dove la ricerca si coniuga con la pratica clinica. In linea generale il confrontarci vuole essere in primis uno strumento per migliorare le nostre performance, ma contestualmente anche un modo per contribuire con maggiore efficacia ad arricchire e influenzare non solo il dibattito pubblico ma anche i decisori politici, sia a livello nazionale che europeo, sui temi della biomedicina e delle tecnologie associate».

Nel corso dell’Assemblea che si è svolta a Stoccolma è avvenuto il passaggio di consegne dal Karolinska al San Raffaele e per i prossimi sei mei sarà lei a presiedere l’European University Hospital Alliance. Quale sarà il ruolo del San Raffaele?

«La presidenza è espletata a turno dai partner. E di volta in volta, chi presiede coordina le attività del network e dei diversi working group – c’è il working group sulle Rare Diseases, quello sulla Digital Health, quello sull’assistenza infermieristica… – e identifica un focus specifico su cui lavorare. Focus dei nostri sei mesi di presidenza saranno i prodotti medicinali per le terapie avanzate (Advanced Therapeutic Medicinal Products, ATMPs) che si basano sull’utilizzo di strumenti terapeutici quali la terapia genica, la terapia con cellule staminali, l’ingegneria dei tessuti o la combinazione dei diversi strumenti. Questi approcci offrono ai pazienti delle opportunità terapeutiche innovative rispetto ai farmaci tradizionali, che possono migliorare significativamente il percorso di cura o addirittura curare malattie altrimenti incurabili.

Al San Raffaele abbiamo un’expertise pluriennale in questo ambito: siamo tra i pionieri della terapia genica, e l’unico centro autorizzato alla somministrazione della terapia genica per l’immunodeficienza ADA-SCID (Strimvelis) frutto del lavoro dei ricercatori dell’Istituto SR-TIGET di Milano. Siamo stati tra i primi a sviluppare il trapianto di cellule del pancreas, abbiamo contribuito significativamente all’implementazione di terapie a base di cellule staminali per ricostruire la cornea, tra i primi a utilizzare i moderni Car-T.

Riuscire a implementare modalità di cura avanzate non è semplice, c’è bisogno di un livello particolarmente elevato di professionalità e specializzazione scientifica e tecnologica. Sono medicinali “biologici” complessi, il cui sviluppo e la cui somministrazione comportano sfide scientifiche, tecniche, normative e anche economiche. Quindi, attraverso la collaborazione tra ricercatori, medici, enti regolatori, mondo accademico e ospedaliero, associazioni scientifiche e di pazienti, vogliamo stimolare un percorso innovativo, anche di tipo produttivo e regolatorio, che possa garantire la produzione di questi trattamenti e l’accessibilità a tutti i pazienti che ne hanno bisogno».

Per la reale applicabilità di queste cure, è cruciale la loro accessibilità.

«Siamo in prima linea per spingere oltre le frontiere dell’innovazione e portare in clinica il meglio che la conoscenza ci consente di offrire ai pazienti. I costi di produzione di queste terapie avanzate sono elevatissimi e la questione dell’accessibilità a queste cure è un aspetto cruciale, perché ad oggi i prezzi di mercato non consentono una diffusione capillare di questo tipo di trattamenti. EUHA vuole contribuire a favorire le migliori condizioni scientifico ed economiche per sostenere un accesso equo e sostenibile alle ATMPs. A tal fine in Europa si discute della necessità di creare facilities accademiche dove poter produrre questo tipo di terapie in un’ottica accademica, e con obiettivi di profitto differenti da quelli delle aziende farmaceutiche. Vogliamo contribuire a facilitare lo sviluppo pre clinico e clinico di queste terapie che possono, effettivamente, rivoluzionare la storia di alcune malattie e la vita dei pazienti e delle loro famiglie».

Come diceva prima, negli ospedali universitari la clinica si coniuga con la ricerca: hanno dunque un ruolo chiave quali driver della ricerca traslazionale per far arrivare l’innovazione tecnologica al letto del paziente?

«L’ospedale universitario è un ospedale in cui si fa ricerca, dove si innesca un meccanismo virtuoso tra formazione e pratica clinica e in cui nasce l’innovazione biomedica. Gli ospedali universitari sono il motore di una sanità innovativa, sono centri attivamente impegnati a dare risposte concrete agli unmet medical need attraverso un continuo scambio, bidirezionale, tra chi in clinica si confronta con i bisogni dei pazienti e chi in laboratorio lavora per migliorare le opportunità terapeutiche. E anche la formazione si inserisce in questo contesto dinamico, in continuo mutamento».

A proposito di formazione, l’Università Vita-Salute San Raffaele ha appena aperto le iscrizioni al nuovo Corso di Laurea Magistrale in Health Informatics, nato dalla collaborazione con il Politecnico di Milano e che punta a sviluppare competenze informatiche avanzate, declinate nel campo della medicina. Formare nuovi profili professionali è fondamentale per innovare e curare meglio?

«Oggi sappiamo bene quanto siano importanti i dati sanitari e quante opportunità derivino dall’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in ambito medico: ebbene servono profili professionali in grado di estrarre il reale valore informativo dal dato.

Il nostro nuovo Corso di Laurea intende formare figure professionali in grado di guidare una delle più grandi rivoluzioni con cui la pratica clinica e la ricerca scientifica si dovranno confrontare: rivoluzione determinata dall’ampio sviluppo di strumenti informatici sempre più performanti, con applicazioni in ambito sanitario e biomedico. Questo cambiamento epocale richiede necessariamente nuovi talenti, in grado di integrare skill avanzate di computer science con una solida e ampia conoscenza del contesto sanitario. Per questo noi offriamo una formazione all’insegna della multidisciplinarietà, dell’intradisciplinarietà e della transdisciplinarietà, al fine di costruire dei ponti tra competenze mediche e informatiche e un linguaggio comune. E per questo il percorso sarà più focalizzato sulla formazione informatica per chi proviene dal mondo biomedico, e più sulla conoscenza del funzionamento del corpo umano per gli studenti e le studentesse che provengono da percorsi STEM. In questo contesto, una palestra di formazione sarà il nuovo Centro di Intelligenza Artificiale “AI-HUB” di UniSR e Ospedale San Raffaele, che si avvale di una piattaforma digitale sviluppata in collaborazione con Microsoft che consente di aggregare i dati anche per finalità di ricerca».

Keypoints

• La European University Hospital Alliance (EUHA) è un’organizzazione nata nel 2017
• Tra i membri fondatori dell’ EUHA c’è l’IRCCS Ospedale San Raffaele – Università Vita-Salute San Raffaele di Milano
• L’IRCCS Ospedale San Raffaele guiderà l’EUHA per i prossimi 6 mesi
• Nei 6 mesi di presidenza, le terapie avanzate saranno al centro dell’agenda dell’EUHA
• Anna Flavia d’Amelio Einaudi, Direttrice della ricerca del San Raffaele e Consigliere Delegata dell’Università Vita – Salute SR avrà il compito di supervisionare l’agenda politica e sanitaria dell’Alleanza
• Tra gli obiettivi dell’EUHA, garantire la massima qualità delle cure attraverso sistemi sanitari sostenibili
• Gli ospedali universitari sono driver della ricerca traslazionale per far arrivare l’innovazione tecnologica al letto del paziente
• L’Università Vita-Salute San Raffaele ha appena aperto le iscrizioni al nuovo Corso di Laurea Magistrale in Health Informatics

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