C’è un robot che non si limita ad assistere il chirurgo, ma analizza, corregge, perfeziona. Si chiama ROSA, ed è una delle frontiere più promettenti nell’artoplastica totale del ginocchio, una delle procedure ortopediche più diffuse.
Nato dalla ricerca di Zimmer Biomet – multinazionale statunitense attiva a livello mondiale nello sviluppo, produzione e commercializzazione di dispositivi per l’ortopedia e sistemi di osteosintesi per la colonna e la traumatologia – questo sistema robotico aiuta i chirurghi a impiantare protesi di ginocchio con una precisione millimetrica, impensabile fino a pochi anni fa. Risultato? Interventi meno invasivi, minore dolore post-operatorio, migliore stabilità articolare e recupero più rapido.
Secondo studi recenti, fino al 30% degli impianti eseguiti con tecniche convenzionali presenta margini di errore significativi. «Il sistema ROSA, invece, garantisce un allineamento personalizzato sulla base dell’anatomia del paziente con un errore inferiore ai 3 gradi dall’asse neutro, nel 100% dei casi» assicura Lucia Nardella, direttore commerciale robotica di Zimmer Biomet Italia. E lo fa grazie a un sistema integrato che combina un’intelligenza capace di monitorare costantemente i dati dell’intervento con un braccio robotico che esegue movimenti calibrati in tempo reale.
Come funziona ROSA
ROSA è l’unico sistema che si avvale di una doppia modalità operativa. La prima, Image-less, genera un modello 3D dell’articolazione senza bisogno di imaging pre-operatorio. La seconda, Image-based, sfrutta il sistema brevettato X-Atlas per ricostruire in tre dimensioni l’anatomia ossea del paziente partendo da semplici radiografie RX, evitando l’esposizione a TAC aggiuntive.
Un sofisticato algoritmo permette al Robot di valutare oggettivamente ogni fase della sostituzione del ginocchio, indicando anche le tensioni legamentose prima di procedere con resezioni. Tutti questi parametri possono essere modificati a giudizio del chirurgo.
ROSA è arrivato in Italia, ed è già operativo in una struttura pubblica dell’Alta Valle Intelvi. Il COF Lanzo Hospital è il primo ospedale dell’area compresa tra Como, Varese e Sondrio ad aver introdotto questa innovazione. «La tecnologia non sostituisce il chirurgo, ma lo potenzia – spiega il dottor Matteo Cervellin, responsabile di ortopedia della struttura – È sempre stato un tema a me caro. Ho seguito diversi corsi di formazione, teorici e pratici, per ottenere la certificazione. Attualmente siamo due chirurghi capaci di utilizzarlo, e presto il nostro ospedale diventerà un centro di formazione».
Riabilitazione smart
Al COF Lanzo Hospital inoltre la riabilitazione diventa smart grazie alla piattaforma digitale MyMobility, sviluppata Zimmer Biomet in collaborazione con Apple. L’applicazione consente ai pazienti di essere seguiti a distanza nella fase post-chirurgica: l’ospedale riceve dati aggiornati sul recupero, mentre il paziente riceve consigli personalizzati per ogni fase della riabilitazione.
«Sono in corso dei progetti per integrare la piattaforma robotica, anche con altre protesi del ginocchio e l’artoplastica totale dell’anca, e migliorare il software» aggiunge Nardella. Non si tratta solo di innovazione: è un cambio di paradigma.