Spettrometria di massa: Roche porta la tecnologia per la prima volta in Italia

Spettrometria di massa: Roche porta la tecnologia per la prima volta in Italia

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Laura Morelli

Perché ne stiamo parlando
Roche installa a Torino la prima spettrometria di massa automatizzata: test rapidi, precisi e accessibili per terapie mirate e monitoraggi potenzialmente più efficaci. Ecco come funziona e in quali ambiti.

È una tecnologia che, sfruttando la loro massa, consente di analizzare molecole – anche di piccole dimensioni come composti organici, proteine e peptidi – a concentrazioni molto basse con elevata specificità, sensibilità e accuratezza. La spettrometria di massa è una strumentazione che ha tantissime potenzialità e può porsi come supporto fondamentale per monitorare il trattamento dei pazienti e valutarne l’efficacia.

Tuttavia, come evidenzia Marco Cantù, Caposervizio di Chimica Clinica, Responsabile del Laboratorio di Biochimica e Farmacologia e Coordinatore Biobanca dell’Ente Ospedaliero Cantonale di Bellinzona, «oggi la spettrometria di massa è considerata un metodo molto complesso e sofisticato, la cui diffusione risulta attualmente limitata a unità altamente specializzate presenti solo in alcuni centri».

Questo perché, spiega, «esistono ostacoli concreti alla sua adozione nei laboratori di routine, tra cui i principali sono l’elevata complessità operativa dei flussi di lavoro, della gestione e refertazione dei risultati, che richiede personale di laboratorio altamente specializzato per la corretta esecuzione; i tempi di preparazione ed elaborazione lunghi, non adatti alla gestione di campioni urgenti che può verificarsi nella normale attività di routine di un laboratorio clinico; la bassa standardizzazione dei risultati sia all’interno del singolo laboratorio sia tra laboratori diversi».

Primo macchinario a Torino

Ed è qui che entra in campo Roche che con la sua divisione Roche Diagnostics ha sviluppato una soluzione che automatizza, integra e standardizza la spettrometria di massa, semplificandone l’uso e rendendola più accessibile al laboratorio di routine, al pari degli attuali test di chimica clinica o immunometria.

Il macchinario, il primo – stando all’azienda – in Italia, sarà installato nelle prossime settimane alla Città della Salute e della Scienza di Torino, presso i locali del Laboratorio di analisi di Biochimica Clinica, Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino.

Tra le innovazioni portate da questa nuova soluzione ci sono “l’automazione completa del processo, dalla preparazione del campione all’interpretazione dei risultati (disponibili in meno di 40 minuti), con modalità di accesso random al sistema, che ne semplifica il flusso operativo”, spiega una nota.

La soluzione di Roche Diagnostics è certificata per l’intero processo diagnostico secondo il regolamento europeo per la diagnostica in vitro (IVDR), fondamentale per garantire la standardizzazione dei test clinici in spettrometria di massa ed avere consistenza dei dati per un percorso di cura ottimale dei pazienti. Il sistema è anche integrabile con il resto del laboratorio centrale.

Processo veloce e automatizzato

Tra le innovazioni portate a Torino da questa nuova soluzione ci sono l’automazione completa del processo, dalla preparazione del campione all’interpretazione dei risultati (disponibili in meno di 40 minuti), con modalità di accesso random al sistema, che ne semplifica il flusso operativo e l’integrazione con le analisi di chimica clinica, immunochimica e gestione pre-analitica del campione; l’integrazione con le analisi di chimica clinica, immunochimica e gestione pre-analitica del campione.

L’apparecchio ha anche un’alta produttività, può fare fino a 100 test all’ora,  24 ore su 24, 7 giorni su 7, per soddisfare le esigenze del laboratorio centrale e garantire tempi di refertazione rapidi e prevedibili e i risultati, assicurano da Roche, sono standardizzati tramite un processo analitico certificato secondo il regolamento europeo IVDR e la tracciabilità agli standard di riferimento.

Dall’antibiotico resistenza alle terapie ormonali

La spettrometria viene usata in varie situazioni cliniche tra cui: monitoraggio delle terapie con antibiotici per supportarne l’uso efficace e responsabile, monitoraggio terapeutico dei farmaci, monitoraggio degli immunosoppressori per prevenire il rigetto post-trapianto e minimizzare gli eventi avversi, analisi delle sostanze di abuso, misurazione degli ormoni steroidei in endocrinologia, e analisi di piccole molecole come vitamine, peptidi e marcatori proteici.

Per fare un esempio, nel caso di pazienti affette da tumore al seno sottoposte a terapia ormonale, la spettrometria di massa può aiutare i medici a rilevare precocemente lievi cambiamenti nella risposta terapeutica, consentendo di apportare tempestivi aggiustamenti al trattamento.

Altrettanto, il monitoraggio terapeutico degli antibiotici potrebbe supportare un trattamento più efficace dei pazienti e contribuire alla riduzione delle antibiotico-resistenze, un problema particolarmente allarmante nel nostro Paese. «Nei pazienti critici in terapia intensiva e in altre specifiche categorie, come ad esempio nei gravi ustionati, – commenta Marco Merli, Dirigente di I livello specializzato in Malattie Infettive e Tropicali, ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda – è difficile raggiungere adeguati livelli di antibiotici. I risultati chiari e precisi del monitoraggio terapeutico dei farmaci consentiti dalla spettrometria di massa rivelano, in tempi rapidi, se viene raggiunta la concentrazione adeguata e quali aggiustamenti devono eventualmente essere messi in atto».

Per il medico «la rapida disponibilità dei livelli plasmatici di antibatterico permette di garantire più rapidamente concentrazioni efficaci, migliorando l’effetto del farmaco e quindi aumentando le probabilità di successo delle cure. Inoltre, il rapido raggiungimento di concentrazioni adeguate di antibiotici riduce il rischio di selezionare farmacoresistenze. Dall’altro lato, il regolare monitoraggio plasmatico riduce il rischio di eventi avversi correlati ai farmaci per il paziente».

«Le nuove conoscenze scientifiche che stiamo acquisendo consentono alla medicina di laboratorio di progredire dando un contributo fondamentale alla ridefinizione del modo in cui le malattie vengono prevenute, diagnosticate, trattate e monitorate, ed alla costruzione di un sistema sanitario più sostenibile», commenta Cristina Barreca, Direttore Marketing Roche Diagnostics. Finora la spettrometria di massa «è stata una tecnologia pensata in modo frammentato, Roche ha voluto portare valore e semplicità in modo più integrato. Questa sarà la prima istallazione e ci impegniamo affinché sia solo l’inizio». La società conta infatti di installare un secondo macchinario entro la fine di quest’anno.

 

Keypoints

  • ⁠Firmato l’accordo tra Roche Diagnostics e la Città della Salute e della Scienza di Torino per l’installazione della nuova soluzione che automatizza, integra e standardizza la spettrometria di massa, semplificandone l’uso e rendendola più accessibile al laboratorio di routine, al pari dei test di chimica clinica o immunometria.
  • L’installazione della strumentazione comincerà nelle prossime settimane
  •  ⁠Le performance analitiche della spettrometria di massa hanno reso questa tecnologia il “gold standard” diagnostico per la gestione di diverse situazioni cliniche come il monitoraggio terapeutico dei farmaci, tra cui gli antibiotici, la misurazione degli ormoni steroidei in endocrinologia e il monitoraggio degli immunosoppressori per prevenire il rigetto post trapianto. Tuttavia, la spettrometria di massa è considerata un metodo molto complesso e sofisticato, la cui diffusione risulta attualmente limitata a poche unità altamente specializzate.
  •  ⁠L’innovazione portata da Roche Diagnostics ha il potenziale per rendere più accessibile la spettrometria di massa alla pratica clinica di routine.

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