Agora Labs: la sfida (vinta) di riuscire a usare i dati sanitari nel rispetto del GDPR

Agora Labs: la sfida (vinta) di riuscire a usare i dati sanitari nel rispetto del GDPR

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Margherita Baroni

Perché lo abbiamo scelto
Ogni mese vi raccontiamo la storia di una start up italiana nell’ambito life science scelta da voi. Lo facciamo per narrare come si muove il nostro paese dal punto di vista dell’innovazione, il cui motore è rappresentato soprattutto da queste piccole realtà, come Agoralabs che ha trovato il modo di utilizzare i dati in sanità preservando la riservatezza dei pazienti e rispettando il GDPR.

Che i dati in sanità abbiano un potenziale enorme lo sappiamo da tempo e ce lo dicono da anni. I Big Data rappresentano oggi una risorsa preziosissima in grado di generare efficienza dell’innovazione e garantire cure di qualità a costi minori. Un’opportunità che però si scontra con il principio della confidenzialità dell’informazione. Un trade-off che sembra irrisolvibile, almeno finché non si presentano sul mercato aziende innovative capaci di attivare i dati sanitari fornendo insieme la garanzia matematica della loro riservatezza e la sistematica tracciabilità legale di ogni accesso al dato. È questo il caso di Agora Labs, start up italiana sviluppatrice di una piattaforma software che utilizza tecniche di criptografia proprietarie e blockchain per assicurare la non identificabilità dei pazienti in sistemi di dati distribuiti e, quindi, facilitare l’uso dei Real-World Data da tutti gli attori dell’ecosistema farmaceutico, tecnologico e sanitario.

Nata un anno fa da un punto di vista legale, il team lavora al progetto dal 2017: in sei anni ha ricevuto circa tre milioni e mezzo di euro in progetti Horizon 2020 che poi è divenuto Horizon Europe. Agora Labs è una vera storia europea, nella visione tipica che questo continente ha dei diritti personali, e degli investimenti che poi permettono di garantirli ogni giorno.

Ne parliamo con Davide Zaccagnini, ex chirurgo romano e cofounder di Agora Labs della nascita di questa giovane realtà imprenditoriale formata da un team internazionale di ricercatori, ingegneri informatici ed esperti di big data analytics.

Dall’Italia all’America e ritorno

«Sono un ex chirurgo vascolare», racconta Zaccagnini, «specializzato a Roma e partito per Boston subito dopo. Lì ho studiato informatica e hoi fatto ricerca per sei anni al Massachusetts Institute of Technology, concentrandomi sui sistemi di supporto alle decisioni cliniche e sull’intelligenza artificiale che è in grado di aiutare i medici a fare diagnosi più precise. Ho lavorato anche al World Wide Web Consortium, l’organizzazione non governativa, sempre al MIT, preposta a definire nuovi protocolli internet: con Tim Berners-Lee, l’inventore del web, abbiamo definito i primi standard Web per i dati biomedici, modi per scambiarli nei formati e nelle rappresentazioni migliori per applicazioni sanitarie e di ricerca. In America sono rimasto venti anni, sei anni al MIT. Sempre in America ho fondato una start up acquisita in seguito da Nuance, fra le realtà più importanti nel macrocosmo dell’intelligenza artificiale clinica, che da poco è stata comprata da Microsoft. Ancora oggi Microsoft utilizza i sistemi che avevamo messo a punto, espandendoli con ChatGPT.

Intorno al 2018 ho cominciato a tornare spesso in Italia pur continuando a vivere a Boston. La tecnologia di Agora Labs è nata in quel periodo all’interno di progetti di ricerca della Commissione europea: grandi finanziamenti strategici cresciuti negli anni. Poi, un anno fa, ho deciso che era ora di tornare definitivamente in Italia».

Con il GDPR nasce un nuovo paradigma

«La Commissione Europea» spiega Zaccagnini «aveva compreso che con il GDPR sarebbe cominciato un “inverno nucleare del dato”: che non si sarebbero più mosse le informazioni personali, come in effetti è accaduto. È stata però lungimirante perché nel promulgare la legge ha deciso, in contemporanea, di finanziare nuovi studi in tecnologie che proteggessero la privacy e che consentissero ugualmente l’uso del dato per fare ricerca e innovazione o per offrire nuovi servizi. I nostri progetti, ancora in corso, sono partiti proprio nel 2017, alla vigilia dell’entrata in vigore del GDPR. Ma c’è voluto più tempo del previsto. La frizione fra l’uso del dato e la protezione della riservatezza è un problema intrinseco alla struttura dell’informazione. Risolverlo ha richiesto algoritmi di processazione del dato completamente nuovi, che infatti stiamo brevettando. I finanziamenti europei in “deep-tech” che abbiamo ricevuto, in questo, si sono dimostrati cruciali. Agora Labs è emersa da un nuovo paradigma tecnologico che permette la completa anonimia dei dati di una cartella clinica elettronica, un registro di malattia, o di un dispositivo mobile, mentre quei dati vengono analizzati. La piattaforma usa, in aggiunta, una blockchain che consente di mantenere i dati criptati dietro i firewall istituzionali, senza trasferirli e quindi sotto il pieno controllo del titolare o del paziente. Garantisce cioè matematicamente l’anonimia e permette a chi controlla i dati di decidere quali risultati condividere, quali utenti autorizzare, e per quanto tempo, con la certezza che neanche attraverso attacchi statistici si possano reidentificare i soggetti. I proprietari dei dati mantengono il controllo completo. I dati possono essere utilizzati in tempo reale e a bassissimi costi da un’azienda, un ricercatore o anche dal sistema sanitario Regionale, per esempio, per ottenere informazioni essenziali.

Agora Labs risolve la privacy e taglia i costi della sua protezione: questo genera valore per tutti gli attori dell’ecosistema biomedico attraversando anche le giurisdizioni, a livello globale».

Non solo finanziamenti europei

«Dal punto di vista legale» prosegue Zaccagnini «siamo nati un anno fa, ma dal punto di vista tecnologico abbiamo cominciato nel 2017», spiega Zaccagnini. E il GDPR alla fine non si è rivelato l’ostacolo che tutti temevano, anzi: «L’Europa ha scritto il GDPR quando il resto del mondo ci prendeva per pazzi, e poi è diventata anche leader nelle tecnologie privacy-preserving grazie a investimenti strategici e di lungo periodo. Oggi siamo noi Europei gli esportatori di queste tecnologie innovative che risolvono la protezione e l’uso in scala del dato. E ora in America, ma anche in Asia, stanno cambiando idea. La California ha sostanzialmente scritto una copia del GDPR e così ha fatto, da poco, lo stato dell’Oregon».

Prospettive di crescita assoluta in un mercato che si sta spalancando

«In aggiunta ai finanziamenti della Commissione Europea, che continuiamo a ricevere e a cui credo si aggiungeranno altri», continua Zaccagnini, «stiamo concludendo il nostro primo round di investimenti privati che chiuderemo alla fine di settembre. Siamo ancora in fase pre-revenues, ma vediamo possibilità di crescita enormi. Il valore del dato sanitario è, di fatto, incalcolabile in un’epoca in cui si punta sull’Intelligenza Artificiale per risolvere problemi strutturali, sia per i sistemi sanitari sia per le aziende. Basta pensare che l’80% del costo di sviluppo di un sistema intelligente va nella raccolta e nella preparazione dei dati che servono per addestrarlo. Per citare Yann LeCun, capo dell’IA a Meta, “oggi il problema non sono gli algoritmi, ma lo status legale dei training data”. Attivare questi dati correttamente è un enorme opportunità per i sistemi sanitari nazionali che potranno usarli come strumento di sostenibilità.

Gli ospedali vogliono svolgere ricerca, anche in partnership con l’industria, e devono migliorare la qualità e l’efficienza dei servizi. Oggi procurarsi i dati per farlo costa troppo, richiede troppo tempo e le transazioni che ne risultano mostrano troppo spesso criticità nella compliance. Non per negligenza delle parti, anzi. Per proteggere il dato oggi si spende moltissimo. Ma quella frizione di cui parlavo è un problema che in effetti le tecnologie di ieri non riuscivano a risolvere. Le procedure d’infrazione per violazioni della privacy, quindi, si moltiplicano. Agora Labs sta, non a caso, trovando fortissima trazione in questa fase. Portiamo trasparenza ed efficienza in transazioni per definizioni sensibili e ne riduciamo costi e tempi. Questo poi consente di attivare meccanismi economici virtuosi che, nel concreto, distribuiscono il valore del dato a chi ha speso molto per raccoglierlo e conservarlo: gli ospedali, ma anche ai pazienti stessi che con la nostra applicazione mobile possono decidere come usare i dati nei loro dispositivi».

Una start up di derivazione universitaria

«Siamo una squadra giovane», conclude Zaccagnini, «ma con tutte professionalità altamente specializzate nel deep-tech, dottorandi e dottorati in matematica e crittografia, ma anche sviluppatori con esperienza commerciale. Negli anni il core ha adattato tecniche criptografiche generiche specificamente al tipo di infrastruttura distribuita che implementiamo. E, in particolare, alle caratteriste proprie del dato biomedico. Un lavoro unico perché questa tecnologia, in grado di eliminare rischi di reverse engineering delle identità personali, è davvero di difficile applicazione. La nostra sede legale è a Roma dove stiamo assumendo ingegneri, ma abbiamo professionisti anche ad Atene e Zurigo. Le nostre radici affondano nella ricerca universitaria e la nostra identità è composta da medici, informatici criptografici e veterani del mercato farmaceutico, anche grazie ai nostri partners industriali. Questo ci consente di mantenere una struttura agile continuando a innovare a un passo accelerato, più di tutti gli altri, e a un costo inferiore».

 

Queste interviste non hanno nessun intento commerciale, servono a raccontare l’ecosistema delle start up italiane che si occupano di scienze della vita.

Se volete candidare una start up, compilate il modulo qui.

Keypoints

  • Si prevede che il mercato globale dei Big Data Analytics in ambito sanitario crescerà in maniera esponenziale
  • I dati di salute hanno un potenziale enorme per aumentare l’efficienza dell’innovazione biomedica e garantire cure di qualità ottimizzando le risorse disponibili
  • Il loro utilizzo strategico, però, si scontra con il principio essenziale della confidenzialità dell’informazione clinica e della privacy
  • Agora Labs è una start up composta da un team di ricercatori, ingegneri informatici ed esperti di big data analytics, in parte retribuiti con fondi Europei, che propone una soluzione tecnologica che permette di condividere Real World Data in maniera efficiente ed economica
  • La soluzione di Agora Labs risolve il problema della privacy e taglia i costi della sua protezione

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