Massimiliano Simi (MMI): il robot Symani è già in sala operatoria in Europa. In attesa delle certificazioni per l'uso clinico in USA e Asia

Massimiliano Simi (MMI): il robot Symani è già in sala operatoria in Europa. In attesa delle certificazioni per l’uso clinico in USA e Asia

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Simona Regina

Perché l’abbiamo scelta
MMI è la nostra startup del mese. Nata a Pisa nel 2015, ha aperto il 2024 con un round C di 110 milioni di dollari guidato da Fidelity Management & Research Company. Ora Medical Microinstruments punta al mercato statunitense ed asiatico. A Pisa continua l’attività produttiva oltre alla ricerca e sviluppo per potenziare ulteriormente il sistema robotico di microchirurgia Symani.

La miniaturizzazione al servizio della chirurgia, per ridurre il tremore e migliorare la performance di chi opera, andando oltre i limiti della mano umana, e potenziare così la precisione degli interventi. Symani punta a rivoluzionare la microchirurgia dotando le sale operatorie del più piccolo sistema robotico articolato.

Symani è la piattaforma robotica per microchirurgia a cielo aperto sviluppata da MMI (Medical Microinstruments), azienda nata a Pisa nel 2015 che, nel 2022, ha attraversato l’Atlantico e ora, grazie all’ulteriore aumento di capitale di 110 milioni di dollari punta al mercato statunitense e asiatico.

Il round serie C da 110 milioni di dollari con cui abbiamo aperto il 2024, guidato da Fidelity Management & Research Company, è il risultato di anni e anni di lavoro” sottolinea Massimiliano Simi, Co-Founder e Global Vice President Research & Development di Medical Microinstruments (MMI). “Siamo arrivati a questo round, infatti, dopo il round B da 75 milioni e dopo aver ottenuto il marchio CE, nel 2019, grazie al quale abbiamo installato il nostro robot in diverse sale operatorie in Europa”.

Se il round B ha dunque permesso di crescere e prepararsi alla scalata globale, ora alla company pisana attendono nuove sfide che Simi sintetizza così: “Sono essenzialmente quattro. E grazie a questo round siamo attrezzati ad affrontarle. Vogliamo espandere le certificazioni geografiche: in primis negli Stati Uniti e in Asia. Continuiamo a lavorare all’ulteriore sviluppo tecnologico della piattaforma, per potenziare la versione esistente ed espandere la tecnologia a bordo del nostro sistema robotico, per rendere il prodotto sempre più performante. Stiamo lavorando alla scalata di manufacturing per prepararci all’incremento delle richieste di installazione appena arriveranno le certificazioni per Asia e USA. E per non farci trovare impreparati, stiamo lavorando per potenziare le reti commerciali”.

Se questo è il lavoro da fare, facciamo un recap del lavoro già fatto: partiamo dunque dall’inizio, dai primi passi. Cosa vi ha spinto a fondare la startup?

MMI nasce come startup nel 2015, come una sfida tecnologica e grazie all’investimento di un gruppo di business angel ex allievi della Scuola Sant’Anna che avevano costituito Sambatech.

Giuseppe Prisco, Co-Fondatore di MMI insieme a me e Hannah Teichmann, arrivava da più di 10 anni di esperienza in Silicon Valley alla Intuitive Surgical, azienda leader nel settore. Oltreoceano aveva avuto modo di comprendere le potenzialità della chirurgia robotica: poteva aprire applicazioni cliniche fino ad allora impensabili in termini di risultati e outcome clinici. Io avevo da poco concluso il PhD al Biorobotics Institute della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e con un background in micromeccanica ho accettato la sfida di progettare uno strumento articolato miniaturizzato. Abbiamo creduto nel progetto, iniziato ad assumere ingegneri e dal 2015 al 2017 abbiamo progettato il primo prototipo di Symani, il nostro robot per la microchirurgia a cielo aperto, che consente di migliorare gli esiti clinici, migliorando le prestazioni della mano umana.

Perché avete deciso di focalizzarvi sulla microchirurgia?

Perché c’è un grosso bacino di applicazioni e c’è un grande bisogno clinico. Lo dimostra l’entusiasmo con cui a livello globale viene accolta la nostra piattaforma.

Cosa contraddistingue Symani?

A differenza della maggioranza dei robot chirurgici presenti sul mercato, Symani è una piattaforma robotica per fare microchirurgia a cielo aperto. Ma soprattutto, Symani è attrezzato con lo strumento articolato più piccolo al mondo che consente a chi opera di muovere i microstrumenti mentre siede accanto al tavolo operatorio, davanti al paziente, e guarda il campo operatorio attraverso il microscopio, oppure su uno schermo 3D. Symani di fatto cattura i movimenti delle mani e li riproduce nei microstrumenti che il chirurgo controlla da remoto, attraverso due joystick, e grazie ai quali può manipolare tessuti estremamente piccoli e delicati e aghi di sutura fini come un capello, con estrema destrezza e precisione.

La console che governa i due joystick è poi connessa a un macroposizionatore dotato di due braccia robotiche di precisione che diventano sempre più piccole nella parte terminale e permettono di raggiungere i diversi distretti del corpo. Chi opera impugna e muove i joystick e il movimento viene traslato ai microstrumenti articolati: tutto questo consente di magnificare la precisione e semplificare le procedure di ricostruzione di arterie, vene, volendo anche nervi, dopo lesioni traumatiche o dopo la rimozione di tumori, migliorando i tassi di successo chirurgico e gli esiti postoperatori nei pazienti.

Symani in Europa è già entrato in sala operatoria. Per quali applicazioni in particolare?

Abbiamo ottenuto il marchio CE nel 2019 e Symani è operativo in diverse sale operatorie.

Di fatto è un robot whole body che consente di lavorare su tutti i distretti del corpo (cervello e cuore a parte), su tessuti molto piccoli e delicati, per operazioni chirurgiche ricostruttive, ma non solo. Sempre più sta prendendo piede nel campo della chirurgia linfatica che richiede massima precisione e delicatezza, dal momento che i vasi linfatici sono strutture molto fragili dal diametro inferiore al millimetro, quasi invisibili a occhio nudo, per cui è molto arduo intervenire manualmente. L’utilizzo di Symani conferisce dunque molti vantaggi: riduce i tremori, minimizza gli errori.

Nel 2021 avete trasferito il quartier generale di MMI negli Stati Uniti, in Florida, con l’intenzione fin da allora di penetrare il mercato americano?

Sì, perché il mercato americano è atteso come quello dominante, anche se grandi riscontri arrivano anche dal mondo asiatico. Avere il nostro quartier generale in Florida, a Jacksonville, ci consente con molta più agilità di agire nel mercato americano, di organizzare corsi di training e dimostrazioni in loco ai tanti chirurghi che stanno manifestando entusiasmo per Symani. La ricerca e sviluppo invece è rimasta in Italia così come l’intera linea produttiva del robot e dei suoi strumenti articolati monouso.

Siete partiti in tre, ora tra Pisa e Jacksonville, quanto è cresciuto lo staff di MMI?

Oggi siamo più di 200 persone.

Quali i prossimi passi per penetrare i nuovi mercati?

Per poter lanciare Symani anche nel mercato americano e asiatico stiamo lavorando per ottenere le necessarie certificazioni. Con l’FDA abbiamo già da tempo iniziato le procedure. Per quanto riguarda l’Asia, ogni nazione ha la propria certificazione e ci stiamo muovendo per penetrare anche quel mercato.

Quindi dita incrociate?

Dita incrociate, perché il feedback da parte dei chirurghi che incontriamo nei maggiori congressi di chirurgia a livello mondiale è molto positivo e non vediamo l’ora di poterli aiutare con Symani quanto prima.

Keypoints

  • MMI è stata fondata nel 2015 a Pisa da Giuseppe Prisco, Massimiliano Simi e Hannah Teichmann
  • La società ha sviluppato una piattaforma robotica per rivoluzionare la microchirurgia a cielo aperto: Symani
  • Symani consente di migliorare gli esiti clinici, migliorando le prestazioni della mano umana
  • Nel 2019 Symani ha ottenuto il marchio CE
  • MMI ha aperto il 2024 con la raccolta fondi di 110 milioni di dollari guidata da Fidelity Management & Research Company
  • Sono in corso le procedure per ottenere le certificazioni dall’FDA

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